Restauro Harmonium Echo della chiesa Parrocchiale di Santa Margherita di Anduins di Vito d'Asio (PN)

11.11.2014 13:35

Trattasi di un piccolo harmonium anni '60 di fattura industriale della Echo con un solo registro ad una fila. Il modile è in multistrato di pioppo impiallicciato con uno strato sottilissimo di mogano e rifinito con una orripilante vernice a effetto plastificato. Il somoere è di faggio e multistrato di pioppo. Le lamelle sono in ottone stampate a macchina. La meccanica è in faggio e pioppo tutta verniciata. E' uno strumento di scarso valore.

 

Per prima cosa visto che il mobile era rovinato ho smontato un po tutto lo strumento. 

   

 

    

 

    

Mentre smontavo ho subito notato che la guarnizione del somiere è una guarnizione di pessima qualità in gonmma siliconica stampata a macchina che si stava staccandi e che in uno dei due mantici vi era un piccolo forellino.

     

Come prima operazione ho carteggiato grossolanamente tutte le parti del mobile, stuccato con un bagno di stucco naturale a base di colla animale e gesso le parti del legno cui si è scheggiata l'immpiallicciatura di mogano e ricarteggiato il tutto con una carta vetrata sottile.

    

Ho quindi spolverato per bene tutte le parti dello strumento con una apposita spazzola e con un compressore.

    

Il mobile nelle parti di mogano l'ho passato con un colorante all'alcool a base di anilina misto tra tinta mogano, noce e Teak allungato con un pizzico di gommalacca. Dopo una prima stesura del colorante sono risultate alcune imperfezioni dovute all'orripilante vernice plastica originale che non ho potuto togliere del tutto per non rovinare  il sottilissimo strato di impiallicciatura. Ho quindi passato una paglietta sottile da carroziere e data una seconda mano di colorante.

       

 

    

La base del somiere che è tutta rivestita di sottilissima carta velina, visto che qesta risultava macchiata e leggermente rovinata, l'ho colorata con un colore lavabile da muro come si usa fare nelle parti lignee interne dei modermi organi. 

    

Con della colla animale a  caldo ho nuovamente incollato la guarnizione del somiere

    

A questo punto ho lucidato tutto il mobile con gommalacca ad alta densità di quelle già pronte data con un pennello. Vista la scarsa qualità dello strumento non ho usato pregiate lacche o vernici a base di alcool. Solo lungo il bordo della tastiera ho dato una lacca nera a base di gommalacca di buona qualità. Le altre parti nere dello strumento le ho colorate con uno smalto sintetico leggermente satinato.  Comunque le varie tinture date sono migliori di quelle che lo strumento aveva in origine. 

    

 

    

 

   

Infine ho rimontato il tutto sostituendo alcune guarnizioni. Nel cercar di calibrare e regalare la meccanica e la tastiera ho dovuto constatare alcune problematiche. Le 2 parti della meccanica sono collegate non da una strisciolina di pelle o quoio morbido come si usa in buoni harmonium ma con una sottile strisciolina di fragile tessuto di nylon che indebolito dal tempo si rompe facilmente e le molle di ottone che sembrano perfette mentre si storgnono per regolarle tendono a spezzarsi. Vista la qualità non buona dello strumento ho rimandato ad un eventuale secondo tempo la sistemazione dellmeccanica e calibratura della tastiera che farò assieme al Maestro organaro Grì di Casa ma, a mio parere, non ne vale la pena. 

    

 

    

 

    

Lo strumento, come semplice ricordo, rimane in mostra presso la cappella feriale della nuova chiesa parrocchiale di Santa Margherita realizzata dopo il sisma del 1976 ad Anduins di Vito d'Asio nelle montagne del pordenonese. 

Quessto è lo strumento posizionato in cappella